30 APRILE 2024

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30 APRILE 2024 - 11:40


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RAVENNA: Alluvione, il 3 maggio la manifestazione di Legacoop

Ad un anno dall'alluvione Legacoop organizza una manifestazione a Ravenna, ponendo una serie di domande: "Qual è lo stato dei territori che furono colpiti dall'alluvione del maggio 2023 in Emilia-Romagna? Quanti risarcimenti sono stati erogati a oggi? A che punto sono le pratiche per i ristori? E come hanno fatto aziende e cittadini a ripartire, nei dodici mesi che sono seguiti alle esondazioni?" L'iniziativa è per venerdì 3 maggio alle 9. "Facciamo presto che è tardi", il titolo scelto. Una dichiarazione di intenti per chi non solo vuol fare il punto sulla situazione, ma anche e soprattutto continuare a sollecitare azioni concrete per una completa ricostruzione.

Legacoop torna così ad accendere i riflettori sulle aree colpite, con un evento che rappresenta la continuazione ideale della manifestazione pubblica organizzata lo scorso settembre sempre nella stessa città. Allora i cooperatori si ritrovarono in uno dei punti in cui vennero tagliati gli argini per cercare di salvare le zone abitate, sacrificando i campi coltivati di proprietà delle cooperative. Anche il luogo scelto non è casuale: lo stabilimento logistico della Copura, alle porte di Ravenna, fu uno di quelli più compromessi dall'invasione delle acque.

"Sono ventuno le cooperative a noi associate che hanno subito danni, per un totale di quasi 42 milioni di euro - spiega il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi - Vorremmo continuare a dirci ottimisti sulle tante promesse fatte dal governo dall'inizio dell'emergenza, ma cifre e fatti ad oggi ci dicono ben altro".




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".