3 APRILE 2024

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3 APRILE 2024 - 10:40


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RAVENNA: Torri Hamon, iniziata la demolizione, ma la protesta continua | VIDEO

A Ravenna, nonostante le proteste, ha preso il via la demolizione delle torri di Hamon, lungo la Darsena. Le due strutture sono da molti considerati un reperto storico e sono stati immortalati anche in un celebre film di Antonioni.

Eccole lì le torri di Hamon, a fare da scenografia a Monica Vitti nel film “Il Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni, Leone D’Oro a Venezia nel 1964. 60 anni dopo è iniziata la demolizione dei due colossi di cemento, costruiti nel 1951 lungo la Darsena a Ravenna, nel periodo in cui la città trasformava la sua economia da agricola a industriale. Degli stabilimenti di quella che era una volta la raffineria Sarom ora non resta più nulla, tranne le due torri, divenute ormai parte del paesaggio.

Martedì mattina però gli operai hanno cominciato a lavorare alla decostruzione della prima delle tue torri in cemento, che viene demolita pezzo per pezzo partendo dalla sommità con una grossa pinza elettromeccanica. Le operazioni procedono a rilento ed è lecito pensare che serviranno settimane per distruggere entrambe le torri. E’ il motivo per cui non si fermano le proteste di chi vorrebbe salvare le due costruzioni, considerate ormai parte del patrimonio storico della città. In testa c’è l’associazione Italia Nostra che, dopo aver manifestato lunedì davanti al Comune, ha presentato un esposto alla Soprintendenza e alla Procura. Qualcuno ha già nominato la demolizione “Deserto Rossi”, collegando il film di Antonioni al presidente dell’autorità portuale Daniele Rossi che pochi giorni fa ha affermato che le torri non sono le piramidi. “Neanche San Vitale è una piramide eppure dopo 1500 anni è ancora lì” hanno risposto gli attivisti di Italia Nostra, che si appellano al Comune perché intervenga.

Palazzo Merlato dichiara però di avere poca voce in capitolo. Le torri sono di proprietà di Eni e non sono soggette ad alcun vincolo. La società ha spiegato di voler realizzare, al loro posto, un parco per gli impianti fotovoltaici. Il progetto, tuttavia, non è stato ancora presentato.   




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RIMINI: Scomparso Gianni Indino, presidente del Silb

Era ricoverato in terapia intensiva dal 31 gennaio all’ospedale Bufalini di Cesena, ma purtroppo non ce l’ha fatta. Gianni Indino, presidente di Confcommercio Rimini e del Silb Emilia-Romagna, si è spento oggi. Dopo l’aneurisma cerebrale che lo aveva colpito giovedì scorso, le sue condizioni erano rimaste gravi ma stabili. Indino, che aveva da poco compiuto 70 anni, era una figura di spicco nel panorama economico e imprenditoriale riminese. Punto di riferimento per il mondo della movida, ricopriva diversi incarichi di rilievo: oltre alla presidenza regionale del Silb, il sindacato dei titolari dei locali da ballo, guidava anche il Caar, il centro agroalimentare di Rimini. Il sindaco di Rimini, in una nota, ha voluto ricordarlo con queste parole: “Ha tutta la malinconia dei ricordi più dolci il racconto che spesso Gianni Indino faceva sull'inizio della sua lunga storia d'amore con Rimini. Anno 1976, lui ventiduenne nato a Oria ma subito emigrato con la famiglia a Torino, che suona il campanello della Pensione Portofino. In cerca di un lavoro nei locali della riviera, con pochi soldi e molte più speranze, in una città sconosciuta. E lì, il primo 'bacio': un posto letto nel locale lavanderia a 3.500 lire al giorno, senza finestre e con il bagno al piano di sotto. Per Gianni questo era sufficiente: nei giorni successivi sarebbe andato a bussare alle porte di diversi locali, trovando poi impiego a Radio Rimini. Con i primi soldi pagò i proprietari della Pensione Portofino che gli avevano fatto credito nei giorni di magra. Il resto, da quel 1976, lo può raccontare una carriera, trascorsa tra i successi e i trionfi alla consolle da dj delle discoteche riminesi e romagnole, al microfono delle radio, perfino come cantante e talent scout”.