BOLOGNA: Eccidio Sabbiuno, commemorate le vittime dopo 80 anni | VIDEO
Dopo 80 anni dalla strage nazifascista sul monte Sabbiuno, si è tenuta la cerimonia per commemorare i partigiani caduti per la libertà. All’iniziativa ha partecipato anche il neo presidente di Regione Michele De Pascale.
“Siamo in un luogo straordinario della memoria. A Sabbiuno furono trucidati antifascisti e partigiani che sacrificarono la loro vita per donarci libertà e democrazia. Questo sacrificio è alla base della nostra Costituzione, che, come disse Sandro Pertini, ‘non è un pezzo di carta, ma un testamento di centomila morti’. È nostro dovere onorarla, promuovendo lavoro, giustizia sociale e uguaglianza, senza lasciare indietro nessuno. La memoria non è solo ricordo, ma un impegno concreto per costruire una società più giusta e libera".
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, intervenuto questa mattina al Sacrario di Sabbiuno (Bo), per le celebrazioni del 80^ anniversario dell’eccidio del dicembre 1944. Con de Pascale anche, il sindaco di Bologna e della Città metropolitana Matteo Lepore, la presidente del Comitato per le onoranze ai caduti di Sabbiuno, e assessora del Comune di San Lazzaro, Sara Bonafè e la presidente dell’Anpi di Bologna, Anna Cocchi.
La cerimonia ricorda i cento martiri trucidati dai tedeschi tra il 14 e il 23 dicembre 1944, i cui corpi furono gettati nei calanchi. Le salme vennero recuperate solo nel 1945, dopo la Liberazione. Solo a 58 delle vittime fu possibile attribuire un nome.
La storia:
Il 5 dicembre 1944 i tedeschi e i fascisti realizzarono due grandi rastrellamenti ad Anzola Emilia, ad Amola di Piano (San Giovanni in Persiceto) e in diversi altri centri della bassa pianura bolognese. Oltre 200 persone furono portate nelle sedi delle SS tedesche a Bologna e, dopo gli interrogatori, nel carcere di San Giovanni in Monte, dove si trovavano già centinaia di detenuti. Partigiani, la cui identità e attività erano certi, insieme a diversi civili, furono portati a Sabbiuno di Paderno, sulla collina a sud della città, e uccisi in massa. I corpi rotolarono lungo i fianchi della collina verso il Reno. L'eccidio fu compiuto in due tempi: il 14 e il 23 dicembre 1944. Altri rastrellati furono deportati a Mauthausen (Austria) e a Gries (Bolzano).
Ancora oggi il numero esatto delle vittime non è certo, perché i resti di molti potrebbero essere rimasti sepolti nei calanchi.
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