RIMINI: Trent'anni fa gli arresti Uno Bianca, “fu un colpo al cuore per Polizia” | VIDEO
Trent’anni fa vi fu l’arresto dei fratelli Savi, a capo della banda della Uno Bianca. I protagonisti di quella vicenda hanno ricordato a Rimini la loro esperienza e le tappe che hanno portato alla risoluzione del caso.
Il 21 novembre del ’94 venne arrestato l’assistente capo di polizia Roberto Savi. Nei giorni successivi finirono in manette i suoi fratelli Fabio e Alberto e gli altri membri della banda della Uno Bianca che per sette anni seminò il terrore in Emilia-Romagna e nelle Marche tra rapine e uccisioni a sangue freddo. Trent’anni dopo i protagonisti del pool investigativo, a Rimini, ripercorrono le tappe che portarono all’individuazione dei responsabili.
“Secondo me avemmo un paio di idee giuste – afferma Daniele Paci, magistrato che coordinò le indagini -. La prima era quella di mettere insieme un pool di polizia e carabinieri, e questo ci consentiva di avere tutte le informazioni a disposizione degli inquirenti nelle province interessate, perché c'erano poliziotti della Criminalpol di Bologna, di Forlì e di Rimini. La cosa che secondo me fu importante fu il metodo scelto, quello di non avere pregiudizi. Ossia abbiamo riguardato tutte le carte e abbiamo ci siamo fatti il convincimento che non fossero legati alla criminalità organizzata o alla criminalità comune, perché non c'era nessuna soffiata. Questo ci consentiva di escludere tante piste legate ai rapinatori e ci ha portati a pensare di fare i sopralluoghi nelle banche, così facevano i rapinatori della Uno Bianca prima dell'apertura e dopo la chiusura”.
“È sicuramente l'indagine della vita, l'indagine che ogni investigatore sogna di fare. Purtroppo ha avuto un esito sgradevole, bruttissimo”, dice Luciano Baglioni, sostituto commissario Polizia di Stato. “Per la Polizia di Stato è stato veramente un colpo al cuore – aggiunge riferendosi al fatto che i criminali indossavano la sua stessa divisa -. Io stesso ne ho sofferto, tutti noi ne abbiamo sofferto. Per fortuna siamo riusciti a bloccarli, anche se purtroppo sono serviti sette anni”.
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