13 NOVEMBRE 2024

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13 NOVEMBRE 2024 - 10:46


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ROMA: Monopattini elettrici, ETSC, "UE imponga tecniche comuni e norme per la sicurezza"

Limitatore di velocità (max 20 km/h: in Italia è obbligatorio a 6 km/h nelle aree pedonali dove è consentita la circolazione dei monopattini elettrici e a 20 km/h in tutti gli altri contesti), maggiore stabilità, freni anteriori, posteriori e standard minimi di frenata, limiti all’accelerazione massima, luci anteriori e posteriori, avvisatore acustico (da noi, freni, avvisatore acustico e luci sono già obbligatori) – e norme in grado di incrementare il più possibile gli standard di sicurezza della circolazione: 16 anni di età minima per guidare un monopattino elettrico (in Italia, è 14 anni), casco obbligatorio (da noi, è obbligatorio solo per i minorenni), divieto di trasportare passeggeri e di guidare in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe (divieti già previsti in Italia), limiti legali del tasso alcolemico, potenziamento dei controlli su strada (i decessi con monopattini sono, spesso, correlati all'alcol).

È quanto chiede l’ETSC (European Transport Safety Council - Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti, di cui l’Automobile Club d’Italia è membro) - organizzazione indipendente, senza scopo di lucro, con sede a Bruxelles, impegnata a ridurre il numero di morti e feriti nel settore dei trasporti stradali in Europa – con il Rapporto “PIN Flash Report 47 – Improving the Road Safety of e-scooters”, pubblicato oggi da ETSC e scaricabile al seguente link: www.etsc.eu/pinflash47.

“I monopattini elettrici – ha dichiarato Jenny Carson, co-autrice del Rapporto - sono ormai un mezzo consolidato e popolare per spostarsi nelle aree urbane dell'UE. Tuttavia, comportano anche un grado di rischio che deve essere affrontato in modo più efficace rispetto a quanto lo sia attualmente. Con una giusta combinazione tra un ambiente di traffico urbano più sicuro, veicoli più sicuri e comportamenti più sicuri degli utenti, possiamo garantire maggiore sicurezza sulle strade per i conducenti di monopattini elettrici, ciclisti e pedoni”.

A quanto risulta dall’analisi dei dati nazionali dei paesi europei considerati nel Report ETSC, nel 2022, i morti in incidenti stradali con dispositivi di micro-mobilità elettrica (monopattini ma anche mezzi meno diffusi, come i monowheel: monoruota autobilancianti) sono stati 119, contro gli 81 del 2021 (+46,91%). In Italia, i morti sono passati dai 9 del 2021 ai 16 del 2022 (+77,78%), fino a raggiungere quota 21 nel 2023 (+31,25%). Nel valutare numeri e percentuali, però, è fondamentale tenere conto del significativo aumento dell'uso di questi dispositivi.

Per quanto riguarda la velocità, ETSC evidenzia l’importanza di ridurre i limiti di velocità a 30 km/h nelle aree urbane, per diminuire i rischi per gli utenti vulnerabili, come conducenti di monopattini elettrici, pedoni e ciclisti.

 

L’ETSC, infine, chiede che quegli standard di sicurezza UE - obbligatori per auto, furgoni e camion - che possono aiutare a prevenire incidenti con pedoni e ciclisti, vengano, al più presto, aggiornati in modo da riconoscere anche i conducenti di monopattini elettrici: ci vogliono anni, infatti, prima che le nuove tecnologie si diffondano alla maggior parte dei veicoli in circolazione




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CESENA: Al Bufalini nuovo Laboratorio Stampa in 3D dell’Ausl Romagna | FOTO

Elabora le tradizionali immagini diagnostiche, come TAC o Risonanza Magnetica, per arrivare a creare un modello anatomico prima virtuale e poi reale che aiuta i chirurghi nella pianificazione degli interventi più complessi e delicati. È il nuovo Laboratorio Stampa 3D dell’Ausl Romagna in funzione all’ospedale Bufalini, grazie anche al prezioso contributo di Crédit Agricole Italia e Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena del valore 25mila euro, per un investimento complessivo di circa 300mila euro. Fa capo all’Unità Operativa di Fisica Medica e Ingegneria Clinica, diretta dal dottor Stefano Sanniti, ed ha iniziato la sua attività a maggio dello scorso anno collaborando con i team dell’unità Operativa di Chirurgia Maxillo Facciale di Cesena, diretta dal dottor Angelo Campobassi e dell’Unità Operativa di Neurochirurgia di Cesena, diretta dal dottor Luigino Tosatto, con modelli a stampa 3D, per lo studio preliminare di casi complessi e la pianificazione di un intervento chirurgico; successivamente è stata attivata anche la collaborazione con il Dipartimento Osteoarticolare della Romagna, diretto dal dott. Alberto Belluati. La prospettiva futura è quella di estendere via via l’attività anche ad altre specialità cliniche aziendali. Principali vantaggi della Stampa 3D Uno dei principali vantaggi della stampa 3D nella pianificazione di un intervento chirurgico è la possibilità di ricreare una simulazione precisa delle caratteristiche anatomiche del paziente, consentendo ai medici di esaminare i dettagli del corpo del paziente in modo più accurato e scegliere la strategia di intervento migliore. Poiché i modelli 3D stampati sono personalizzati in base alle caratteristiche anatomiche di un paziente, possono essere utilizzati anche per esercitare la tecnica chirurgica, per la formazione, oppure per mostrare ai pazienti la tipologia dell’intervento ed esemplificarne per quanto possibile l’esito. Inoltre, l'utilizzo di modelli 3D, che possono essere stampati in anticipo e utilizzati per preparare e pianificare un intervento chirurgico, può ridurre significativamente i tempi di sala operatoria. Il Laboratorio Stampa 3D Nel Laboratorio Stampa 3D sono presenti tutte le tecnologie necessarie (stazioni di elaborazione, stampanti 3D, sistemi di riscaldamento e lavaggio) per l’intero processo produttivo che grazie alla collaborazione di Fisici, Ingegneri Biomedici e Medici, parte dall’elaborazione delle immagini diagnostiche per arrivare alla creazione del modello stampato. È composto da due tipologie di stampanti che lavorano con tecnologie differenti in modo da andare incontro a differenti processi produttivi che si possono adattare a esigenze specifiche che spaziano dalla chirurgia interventistica alla produzione di parti meccaniche per le attrezzature elettromedicali. La stampante 3D a filamento utilizza un filamento di plastica che può essere composto da vari materiali come PLA, PVA, ABS, PETG, Nylon, HIPS e altri. Il filamento viene scaldato ad una temperatura definita sull’ugello da una resistenza e poi estruso attraverso la testina di stampa, formando una struttura a strati successivi. La posizione di deposito di materiale viene raggiunta attraverso bracci meccanici azionati da motori passo passo ad alta precisione. Attraverso questo processo si otterranno componenti in 3D che si conformano al progetto 3D inizialmente importato. La stampa 3D a resina con stereolitografia (SLA) è un processo di produzione 3D in cui un raggio laser segue una forma specifica per produrre oggetti tridimensionali sfruttando il processo della solidificazione della plastica liquida. Il raggio laser è diretto verso una piattaforma che contiene la plastica liquida, indurita attorno al modello tridimensionale che si desidera stampare. Man mano che il raggio laser “scansiona” la plastica liquida, la solidifica in modo specifico seguendo il modello, strato dopo strato. La stampa 3D SLA presenta vantaggi significativi rispetto alle tecnologie di stampa 3D tradizionali. Poiché il fascio laser ha una velocità di movimento molto più elevata, i tempi di produzione sono ridotti e le parti stampate presentano più dettagli e una maggiore precisione che in altri metodi di stampa. Poiché le parti sono stampate con un processo a strati, la stampa 3D SLA consente anche di creare forme e design complessi, come parti interne, che non sarebbero possibili con la stampa ad iniezione o altre tecniche.  Per entrambe le tecnologie a disposizione il processo di stampa 3D inizia con un modello 3D che viene creato virtualmente elaborando le informazioni contenute in un esame di imaging diagnostico specifico per la patologia. I dati vengono elaborati con un processo definito di segmentazione che si differenzia in base alla tipologia di apparecchio che è stato utilizzato per l’acquisizione diagnostica (TAC o Risonanza Magnetica) e grazie al quale è possibile identificare e individuare le strutture interne del corpo, quali organi, muscoli, ossa, vasi sanguigni, tessuti connettivi e tessuti adiposi. Questo processo può essere utile nella diagnosi, prognosi e/o pianificazione del trattamento. Una volta che il modello 3D è stato creato sulla stazione di elaborazione, viene inviato alla stampante 3D che, utilizzando diverse tipologie di materiali, crea la parte anatomica di interesse.