Per quest'anno FederUnacoma prevede una flessione del 19,5% nella produzione di macchine agricole: il valore complessivo sarà intorno ai 13,2 miliardi, 3,2 miliardi in meno rispetto al 2023. È quanto emerge dai dati presentati a Bologna, nella conferenza stampa di presentazione di Eima International: la manifestazione delle macchine agricole si terrà da domani a domenica negli spazi di BolognaFiere. Il calo riguarderà le varie tipologie di macchine: trattrici (-25%), trattrici incomplete e ricambi (-28,6%), macchine operatrici e attrezzature (-16,5%), componentistica (-17,5%), macchine per il giardinaggio e la cura del verde (-22,2%). Nella contrazione pesa la flessione della domanda interna: nei primi nove mesi del 2024 le immatricolazioni di trattrici sono scese del 15,6% (dopo il passivo del 12,9% del 2023). Perdono terreno tutti i comparti tranne macchine e attrezzature per il giardinaggio (+1,2%), ma non basta a recuperare quanto perso nel biennio 2022-2023. Pesa però soprattutto la contrazione della domanda estera. Le vendite sui mercati internazionali (esclusi componentistica e giardinaggio) sono calate del 9%, con un valore di 3,41 miliardi. I mercati principali sono Stati Uniti, Francia e Germania, seguiti dalla Turchia. Da qui a fine 2024 non sono previsti miglioramenti: "Secondo il 60% delle case costruttrici censite, un'inversione di tendenza potrebbe concretizzarsi a partire dalla seconda metà del 2025", spiega la presidente di FederUnacoma Mariateresa Maschio, secondo cui "la ripresa potrebbe essere favorita da una stabilizzazione del quadro economico complessivo, ma per quanto riguarda la domanda interna molto dipende dalla messa a regime del sistema di incentivazione per l'acquisto di macchinari agricoli di ultima generazione". Le difficoltà italiane corrono in parallelo con quelle dei mercati mondiali: secondo Agrievolution, l'organismo che raggruppa le associazioni di costruttori dei principali Paesi, si prevede che a fine anno le trattrici vendute nel mondo non saranno più di 2 milioni, il livello più basso dal 2016. Un calo congiunturale, mentre sul medio-lungo periodo il fabbisogno dovrebbe crescere.