1 OTTOBRE 2024

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1 OTTOBRE 2024 - 18:17


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EMILIA-ROMAGNA: Alluvione, Figliuolo firma tre nuove ordinanze

Il Commissario straordinario per la ricostruzione post-alluvione, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha firmato oggi tre ordinanze mirate a velocizzare il ripristino delle infrastrutture danneggiate dall'alluvione di maggio 2023. La struttura commissariale ha ricordato che l'impegno totale è di circa 2,7 miliardi di euro, destinati alla ricostruzione pubblica e al potenziamento del personale tecnico-amministrativo degli enti locali, necessario per gestire l'emergenza e accelerare gli interventi.

Riparazione delle infrastrutture critiche

L'ordinanza numero 33/2024 prevede interventi strategici per la ricostruzione e la messa in sicurezza di infrastrutture viarie e ferroviarie danneggiate. Tra i progetti più rilevanti, sono inclusi il ripristino della linea ferroviaria Marradi – Faenza, per un investimento di 12,2 milioni di euro, e la demolizione e ricostruzione del ponte di Sant'Agata sul Santerno, con un costo di 6,1 milioni. Ulteriori fondi sono stati stanziati per il nodo idraulico di Modigliana e per la progettazione di ponti strategici, come il ponte della Motta e il ponte delle Grazie. Figliuolo ha sottolineato l'importanza di completare le progettazioni entro fine anno, per consentire l'avvio dei lavori nel 2024.

Assunzione di personale tecnico-amministrativo

Un’altra ordinanza firmata oggi introduce nuove modalità di selezione pubblica per l’assunzione di personale qualificato. Il provvedimento mira a semplificare il processo di reclutamento, consentendo l'utilizzo di graduatorie già esistenti o di altre amministrazioni. In caso di mancanza di candidati, sarà possibile avviare selezioni pubbliche basate anche solo sui titoli, garantendo trasparenza e imparzialità. Questa misura è stata introdotta per rafforzare le strutture locali, necessarie a sostenere le attività di ricostruzione.

Investimenti per la prevenzione del rischio idrogeologico

L’ordinanza numero 35/2024, collegata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), prevede un investimento di 1,2 miliardi di euro destinati alla gestione del rischio alluvioni e alla riduzione del rischio idrogeologico. I fondi saranno impiegati per la messa in sicurezza dei bacini idrografici e delle infrastrutture, nel rispetto degli standard ambientali europei. Figliuolo ha sottolineato la necessità di una stretta collaborazione tra istituzioni per garantire interventi tempestivi ed efficaci.




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FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".