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EMILIA-ROMAGNA: Città 30, alcuni Comuni pronti a seguire Bologna | VIDEO

Si allarga il dibattito sulla città 30. Anche nei Comuni della Romagna si discute della possibilità di abbassare i limiti di velocità. Intanto il tema è entrato nell’agenda politica nazionale.

“Salvini smetta di minacciare l’autonomia dei sindaci e trovi le risorse per rafforzare il trasporto pubblico”. Si allarga a macchia d’olio il dibattito sulla città 30 che, dopo il sindaco di Bologna Lepore e il ministro ai trasporti Salvini, ora trova sponda anche nella segretaria del Pd Elly Schlein, intervenuta a difesa del primo cittadino, suo fedele compagno di partito.

Mentre il Ministero dei Trasporti fa sapere che sta lavorando a una norma che ponga dei paletti ai limiti di velocità che possono essere imposti, questa volta è il vicepremier Tajani a mostrare le sue perplessità: “La città 30 è una farsa perché nessuno la rispetterà” ha detto intervistato dal tg4. In attesa di sviluppi dal parte del Governo, la questione sui nuovi limiti di velocità sembra essere entrata nell’agenda di diversi comuni in Emilia-Romagna, anche se in pochi sembrano per ora intenzionati a seguire le orme del capoluogo. Unica eccezione Parma, che diventerà città 30 entro la fine dell’anno, così come annunciato già diversi mesi fa dal sindaco Guerra. Scendendo in Romagna c’è da segnalare come Cesena sia stata una delle prime città in Italia a introdurre il limite dei 30 km all’ora in alcune strade. Allargarlo però a tutta la città non è all’ordine del giorni, così come confermato dall’assessora alla mobilità Francesca Lucchi.

Neanche Ravenna sarà della partita: “Al momento non è allo studio nessuna operazione di sistema per implementare le zone 30 in vie dedicate più o meno esclusivamente alla circolazione stradale” ha spiegato De Pascale al Corriere Romagna. Chi invece si appresta a varare i nuovi limiti di velocità è Cattolica. La giunta ha approvato il nuovo piano del traffico a giugno, che prevede una prima sperimentazione della città 30 già dalla prossima estate.




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EMILIA-ROMAGNA: Sanità, i sindacati, "sorpresi dal mancato confronto"

"Siamo sorpresi dalla conferenza stampa della Regione sulla manovra 2025, una uscita che giudichiamo sbagliata e irrispettosa di un confronto con le parti sociali, mai iniziato, che si profilava molto delicato, soprattutto nel momento in cui per finalità anche condivisibili si finisce per mettere le mani nelle tasche dei cittadini". Lo scrivono Cgil, Cisl e Uil dell'Emilia-Romagna in una nota unitaria, all'indomani della conferenza stampa in cui il governatore Michele de Pascale ha annunciato l'aumento di Irpef, ticket, Irap e bolo auto. Pur considerando "condivisibili nei titoli e conformi a nostre rivendicazioni di lunga data" le priorità individuate dalla Regione, i sindacati affermano che sul piano delle entrate e della leva fiscale sarebbero serviti "approfondimenti tecnici e politici" e avvertono: "Per noi è fondamentale preservare i principi di equità e progressività del sistema, avendo cura che i costi e gli investimenti non gravino sulle tasche di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati che già sostengono oltre l'80% della fiscalità generale e faticano ad arrivare a fine mese. I soldi vanno presi prima di tutto dalle tasche di chi ne ha di più. Dobbiamo manifestare rammarico e delusione per una falsa partenza del confronto, sbagliata nel metodo e, nel merito, incompleta nei contenuti della proposta".