2 GIUGNO 2023

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BOLOGNA: L’ex Nar Fioravanti firma dell’Unità, i parenti delle vittime della strage, ‘Scandaloso’ | VIDEO

Valerio Fioravanti, uno dei terroristi neri condannati all’ergastolo per la strage di Bologna del 2 agosto 1980 – in cui rimasero 85 persone e ferite oltre 200 - è diventato una delle firme celebri dell’Unità. C’era una volta, infatti, l’Unità, giornale comunista e antifascista, fondato in pieno Ventennio da Antonio Gramsci, imprigionato proprio dai fascisti e morto in carcere. Le cose, però, cambiano e, nella nuova Unità, riportata in edicola dall’imprenditore napoletano Alfredo Romeo il mese scorso, e diretta da Piero Sansonetti, ‘Giusva’, come lo chiamavano gli appartenenti ai Nar, il gruppo eversivo fascista di cui faceva parte, firma articoli di punta. La cosa ha provocato numerose critiche e indignazione, soprattutto da parte dei parenti delle vittime della strage. Una strage su cui ancora si cerca di fare luce. Fioravanti è stato condannato con sentenza definitiva, nel 1994, a otto ergastoli, 134 anni e 8 mesi di reclusione, per aver commesso 95 omicidi. Dopo 18 anni di carcere, ha ottenuto la semi libertà e dieci anni dopo quella completa. Intanto, a Bologna, sono ancora in corso i processi a Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, condannati recentemente in primo grado per la bomba alla stazione.




ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ

FERRARA: La denuncia di Aser, "il procuratore della repubblica rifiuta di incontrarci"

“Il procuratore della repubblica presso il tribunale di Ferrara si rifiuta di incontrare i giornalisti. Il tema dell’incontro chiesto dai giornalisti di Aser (l’Assostampa dell’Emilia-Romagna) e di Asf, l’Associazione stampa di Ferrara (sezione provinciale di Aser) è quello della comunicazione e del rapporto con i giornalisti. In sintesi, della democrazia”. Così l’Aser in una nota. “Nella serata dell’1 settembre, un uomo è stato ucciso a bottigliate in un bar di Ferrara. La notizia – ricorda il sindacato dei giornalisti - è iniziata a circolare sui siti nella prima mattina di sabato 2, con già il nome e la foto della vittima, le foto del locale e il nome dello stesso. Nell’intera giornata, nonostante le continue richieste dei colleghi di carta stampata, tv e web, da forze dell’ordine (carabinieri in questo caso) e Procura non è arrivata nessuna nota stampa o ricostruzione ufficiale dell’accaduto, men che meno il nome della vittima. Cosa del tutto paradossale, la nota stampa di carabinieri e Procura è arrivata solamente alle 12.48 di domenica 3 settembre dove si avvisava che, testuale, era morto un uomo in un bar del centro cittadino. Da qui – viene sottolineato - la richiesta di incontro che il procuratore non ha concesso, osservando che la questione è già regolata da norme regolamentari. Aser e Asf hanno replicato sottolineando di non riuscire a comprendere il rifiuto da parte di un organo di uno stato democratico ad incontrare, per un sereno e franco colloquio, i rappresentanti di una associazione che ha come primo scopo statutario quello di ‘difendere la libertà di stampa, fondamento e presidio nelle democrazie moderne di ogni libertà e di ogni progresso civile’”.