RIMINI: Restauro Tempietto di Sant'Antonio, mecenate dona 200 mila euro | VIDEO
Gioiello dell’architettura rinascimentale dal grande valore identitario per la città, il Tempietto di Sant’Antonio in piazza Tre Martiri a Rimini tornerà a nuova vita. Evidenti i segni del tempo e dell’incuria per il manufatto edificato all’inizio del Cinquecento in ricordo della presenza del santo in città. I tecnici del Comune hanno presentato alla Soprintendenza il progetto di restauro.
Il progetto da 200 mila euro è stato finanziato per 150 mila attraverso l’Art bonus sostenuto dall’imprenditore informatico riminese Bonfiglio Mariotti. L’annuncio del restauro coincide con l’Ottocentenario di Sant’Antonio a Rimini.
La storia del Tempietto di Sant’Antonio di Padova
Il Tempietto di Sant’Antonio di Padova venne realizzato a partire dal 1518 e pare sia stato ultimato nel 1532. Realizzato in pietra arenaria di San Marino, la celletta ha pianta ottagonale, scandita all'esterno da otto semicolonne poste sugli spigoli, coronate da un ampio cornicione articolato in un doppio ordine. Sul secondo è impostata la cupola ad otto spicchi ricoperta da un manto verde rame e conclusa da una piccola lanterna.
Oltre ad essere un importante monumento del patrimonio storico-artistico, il Tempietto è anche un luogo sacro alla memoria dei riminesi e di tutta la tradizione cristiana occidentale. E’ stato infatti costruito nella piazza principale della città a memoria di uno dei celebri miracoli compiuti a Rimini da Sant’Antonio da Padova nel 1227. Al suo interno è infatti conservata la colonna con capitello sul quale, secondo la tradizione, era salito il Santo intento porgere l’ostia consacrata ai cittadini. In quel momento passò da lì un contadino con una mula, che si inginocchio davanti al Santo prostrandosi di fronte alla mano del Santo. Il Tempietto rappresenta l'unica memoria del passaggio del santo in città, in quanto la chiesa che si trovava sulla destra del porto, nel luogo del noto miracolo della “predica ai pesci”, fu distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Nel 1672, a seguito del terremoto che colpì la città di Rimini, il tempietto crollò quasi del tutto, rimanendo integra solo una limitata porzione della parete posteriore. Dopo un primo restauro attraverso l’utilizzo di gran parte del materiale recuperato dal crollo, dal 1678 viene avviata la completa ricostruzione del tempietto con l’impiego di nuovi e pregiati marmi di pietra bianca d’Istria. La ricostruzione fu progettata e diretta dall’architetto G. Francesco Nagli, detto il Centino.
Il Tempietto ha subito poi vari interventi nel corso del Novecento: negli anni Venti in seguito ai danneggiamenti e crolli parziali subiti a seguito al terremoto del 1916, negli anni Cinquanta con alcuni lavori di restauro portati a termine dal genio civile e infine negli anni Ottanta, per il consolidamento della cupola.
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