11 DICEMBRE 2015

11:23

NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

1103 visualizzazioni


11 DICEMBRE 2015 - 11:23


NOTIZIA DI ATTUALITÀ

DI

1103 visualizzazioni



FORLÌ: Sabato 19 torna il presepe vivente dei bambini per le vie del centro

In vista del Natale torna sabato 19 dicembre l'appuntamento con il presepe vivente dei bambini a Forlì, giunto alla sua 14esima edizione.

Anno dopo anno, presepe dopo presepe, ad iniziare dalle scuole La Nave, si sono aggiunte tante realtà educative, scuole, associazioni, parrocchie e così il Presepe Vivente è diventato un gesto cittadino che coinvolge 850 tra ragazzi e adulti che in abiti palestinesi e medievali animano i quadri viventi per raccontare gli episodi della nascita di Gesù.

La rappresentazione itinerante è patrocinata dal Comune di Forlì e dalla Diocesi di Forlì-Bertinoro, organizzata gratuitamente dai Centri Educativi della Cooperativa Sociale Domus Coop, dalle Scuole “La Nave”, dagli operatori della parrocchia San Giovanni Battista in Coriano e dai volontari dell’Associazione Gli Elefanti, a beneficio di tutta la cittadinanza.

Ecco i programma della giornata:

-        dalle 14.30 alle 15.00 si possono visitare i QUADRI VIVENTI allestiti in Piazza del Duomo, Piazza Papa Giovanni Paolo II, Piazza Ordelaffi e Piazza Saffi;

-        alle 15.00 in Piazza del Duomo inizio della Sacra Rappresentazione, poi il corteo si muoverà per le vie del centro storico fino al sagrato dell’Abbazia di San Mercuriale dove sarà allestita la scena della Natività;

-        il gesto si concluderà con la Benedizione delle statuine del Bambin Gesù che i bambini porteranno, impartita da S. E. il Vescovo di Forlì.

Una troupe di Teleromagna seguirà l'iniziativa.




ALTRE NOTIZIE DI ATTUALITÀ

FORLI’: Al Fabbri il premio Nobel Parisi, “l'Europa investa in ricerca”

L'Europa deve investire di più nella ricerca, promuovendo politiche che vadano in questa direzione, e in Italia i piccoli aumenti non sono sufficienti a imprimere un cambiamento. Lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi nell'incontro sulla ricerca e l'Europa organizzato a Forlì, in ricordo del giornalista scientifico Pietro Greco, dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine con l'Associazione Progetto Ruffilli e l'Associazione e Alighieri Forlì-Cesena, con il sostegno del Comune.      In Europa investire in ricerca è fondamentale per sostenere le nuove sfide internazionali, dalla crescente concorrenza della Cina al ruolo sempre più presente dei privati: "Se l'Europa non riuscirà a puntare sulla ricerca, questo sarà un problema", ha osservato Parisi ricordando la proposta fatta all'inizio degli anni '90 dall'allora presidente della Commissione Ue Jacques Delors, di poter stornare dal deficit di bilancio le spese per la ricerca. Quella proposta è poi decaduta, ma secondo Parisi è ancora valida: "L'Europa potrebbe spingere i suoi Stati membri a investire di più" attraverso "politiche economiche a favore della ricerca".        Avere una ricerca pubblica forte è anche necessario per sostenere la concorrenza di un Paese che sulla scienza sta investendo moltissimo, come la Cina, e che "sta dimostrando un costante interesse nell'investire nella scienza". Finanziare la ricerca publica significa poi avere uno strumento importante per affrontare l'ascesa dei privati: "È fondamentale che ci sia la capacità pubblica di finanziare la scienza. Il pubblico di condividere le conoscenze, mentre i privati potrebbero non avere interesse a farlo".       Investire sulla ricerca scientifica è cruciale anche per l'Italia, dove piccoli aumenti non sono sufficienti: aiutano solo a compensare l'inflazione, ha osservato, e richiederebbero un tempo molto lungo per rappresentare un aumento sostanziale: "Anziché procedere con piccoli aumenti, si dovrebbe invece cambiare completamente rotta".       Nel nostro Paese, ha aggiunto, mancano inoltre i capitali di rischio, disposti a investire su progetti presentati da giovani ricercatori brillanti e che permettano loro di realizzare le loro idee. "Attravero la Cassa depositi e prestiti, il governo italiano potrebbe firmare contratti di questo tipo, naturalmente in maniera oculata, ma questo - ha rilevato il Nobel - non viene fatto". Un segnale forte delle difficoltà che i giovani ricercatori brillanti trovano in Italia è evidente, per esempio, delle classifiche dei finanziamenti assegnati dal Consiglio Europeo della Ricerca: "Se guardiamo alla classifica secondo la nazionalità dei ricercatori, gli italiani sono fra i primi posti, ma nella classifica per Paesi, l'Italia è su posizioni più basse".