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Thumbnail TV: Torna il Gal L’altra Romagna col talk “Dal presente al futuro della nuova programmazione”

TV: Torna il Gal L’altra Romagna col talk “Dal presente al futuro della nuova programmazione”

“Dal presente al futuro della nuova programmazione”. E’ il tema della nuova puntata del talk del Gal L’Altra Romagna, condotto dalla giornalista Romina Bravetti, in onda giovedì 28 settembre alle 21 sul canale 14 di Teleromagna. Nel corso della trasmissione si parlerà di presente, di quanto fatto e delle prospettive per il territorio delle aree pede-collinari, collinari e montane delle province di Forlì-Cesena e Ravenna. Ospiti della prima puntata, della nuova stagione televisiva, sono il presidente del Gal L’Altra Romagna Bruno Biserni e il direttore Mauro Pazzaglia; il presidente dell’Unione Faentina Massimo Isola; il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri; il vice presidente di Coldiretti di Forlì-Cesena Andrea Ferrini, il presidente di Romagna Acque Tonino Bernabè e il presidente del Consorzio Caire Giampiero Lupatelli.

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EMILIA-ROMAGNA: Rallenta il settore manifatturiero ma cresce l'occupazione | VIDEO

Battuta d’arresto per il settore manifatturiero dell’Emilia-Romagna. Nel secondo trimestre del 2023, infatti, hanno trovato conferma i segnali di rallentamento evidenziati nei primi mesi dell’anno. Il volume della produzione delle piccole e medie imprese manifatturiere si è ridotto dello 0,3% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, mentre in termini di fatturato l’aumento dei prezzi di vendita ha, invece, determinato un aumento dello 0,7%. In calo dell’1% gli ordini e cala il commercio con l’estero. Sono questi i principali risultati che emergono dall’indagine congiunturale sull’industria manifatturiera relativa al secondo trimestre 2023, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo e presentata oggi a Bologna da Alberto Zambianchi, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna; Annalisa Sassi, presidente di Confindustria Emilia-Romagna e Alessandra Florio, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo. Diminuisce anche la fiducia delle imprese e sale il numero di quelle che temono un peggioramento rispetto a quelle più ottimiste. Su questi numeri incidono le difficoltà nelle catene di fornitura internazionali, la forte inflazione e la politica monetaria restrittiva adottata per contrastarla e, prevedibilmente, gli effetti dell’alluvione che ha colpito larga parte della Romagna. In controtendenza agli altri indicatori economici, l’occupazione in Emilia-Romagna aumenta. Secondo l’indagine Istat, nel secondo trimestre dell’anno è cresciuta dell’1,2 per cento, variazione che sale al 3,7 per cento per l’industria. In valori assoluti, l’aumento nell’industria equivale a oltre 20mila nuovi occupati. Non a caso, a fine giugno 2023, il manifatturiero emiliano-romagnolo contava circa 1.500 imprese in meno rispetto alla stessa data dell’anno precedente, ma anche 6.500 occupati in più. I dati settore per settore evidenziano come quasi tutti i comparti siano interessati dal rallentamento, in particolare è l’industria del legno e dei mobili a registrare la flessione più ampia (-5 per cento in termini di volumi produttivi, -4,3 per cento in termini di fatturato). Gli unici settori con variazione positiva della produzione sono l’industria meccanica (+1,5 per cento) e l’industria alimentare (+2,5 per cento). L’alimentare è il solo settore a presentare un portafoglio ordini in aumento, in particolare nella componente estera. A mostrare le difficoltà maggiori sono le imprese più piccole in cui l’intensità del calo della produzione (-2,1 per cento) ha comportato una flessione anche del fatturato (-1 per cento). Le imprese con numero di addetti compreso tra 10 e 49 mostrano variazioni di segno negativo ma più contenute rispetto alle più piccole, mentre le aziende con almeno 50 addetti incrementano, seppur di poco, i livelli produttivi (+0,7 per cento) e in misura più consistente il fatturato (+1,9 per cento). Il calo degli ordini e le previsioni formulate dalle imprese, però, portano a ipotizzare che nei prossimi mesi anche le aziende più strutturate dovranno fare i conti con il progressivo rallentamento che caratterizza l’intero scenario internazionale. A ulteriore conferma del contesto non eccellente delineato dall’indagine congiunturale, i dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane, pur rimanendo positivi, segnalano una brusca frenata. Nei primi sei mesi dell’anno, l’export dell’Emilia-Romagna è cresciuto del 2,8 per cento in valore rispetto allo stesso semestre del 2022, mentre in quantità ha perso oltre il 10 per cento. Tengono i settori della meccanica, della moda e l’alimentare, mentre si registrano cali dell’export più sensibili per la ceramica e per i metalli. Cina e Stati Uniti sono i mercati più importanti nei quali l’export emiliano-romagnolo diminuisce, cresce, invece, il mercato francese e tiene quello tedesco, nonostante la recessione che sta interessando la Germania. Il mercato del credito, infine, continua a vedere una riduzione di domanda per effetto dell’intensità della stretta monetaria in atto. Ne consegue un andamento dei prestiti alle imprese che in Emilia-Romagna è risultato in calo nel secondo trimestre 2023 (-3,2% anno su anno a giugno) sebbene meno intenso del -5% osservato a livello nazionale.


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