BOLOGNA: Bruciata viva nel casolare, l’assassino l’aveva attirata con l’inganno | VIDEO
Dopo l’arresto del suo assassino, emergono nuovi dettagli sulla morte di Atika Gharib, la giovane marocchina bruciata viva dal suo ex compagno, ora in carcere
L’ha attirata nel casolare di Castello d’Argile con l’inganno, promettendole la restituzione dei documenti che le aveva rubato, per poi cospargerla di benzina e darle fuoco. Si fa sempre più chiara la dinamica dell’omicidio compiuto da M’hamed Chamekh, 42enne marocchino, che lunedì scorso ha ucciso la ex compagna, Atika Gharib, tentando poi una disperata fuga in Francia. Rintracciato dalla polizia ferroviaria a Ventimiglia, si trova ora i stato di fermo. Nel frattempo i Carabinieri stanno ricostruendo le ultime ore di vita della donna. La 32enne marocchina aveva posto fine alla relazione con il suo aguzzino pochi giorni prima, cacciandolo di casa. In quella occasione però, l’uomo si era portato via i suoi documenti, assieme a quelli della figlia di 16 anni. Proprio quel lunedì la donna era partita da Ferrara per recarsi a Bologna, al consolato del Marocco, per chiedere un nuovo passaporto. E’ in questo momento che avviene la trappola. Secondo gli investigatori l’uomo l’avrebbe contattata dicendole di essere disposto a restituirle i documenti, forse in cambio di soli. I due si sono quindi incontrati nel casolare abbandonato, dove la donna ha poi trovato la morte. “Mi ha tradito, merita la morte” Queste le parole pronunciate dall’uomo in una telefonata fatta a una delle sorelle della vittima subito dopo il fatto e che tradiscono il movente del delitto. Sarebbe stato infatti un delirio di gelosia a scatenare la furia del 42enne. Ipotesi che trova riscontro anche dalle testimonianze dei parenti della vittima, che raccontano di come Chamekh fosse possessivo e violento nei confronti della donna. “Mi sono vendicato per il mio onore – ha detto - quella vita che volevo con lei, ora la faremo in paradiso”
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