6 SETTEMBRE 2019

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6 SETTEMBRE 2019 - 17:35


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SAN MARINO: Il Titano si tiene i 19 milioni del presidente del Congo

Sono stati confiscati in un'indagine a carico di un broker francese

Resteranno nelle Casse dello Stato sammarinese i 19 milioni di euro confiscati in un'indagine a carico del broker francese, residente in Svizzera, Philippe Maurice Chironi, condannato per riciclaggio di denaro proveniente dal Congo e depositato a San Marino su conti della Banca Commerciale. La sentenza d'Appello del Tribunale Unico ha infatti confermato la confisca, ha assolto perché il fatto non consta a sufficienza la prova del dolo il sammarinese Stefano Bertozzi, ex funzionario della Banca Commerciale, (condannato in primo grado a quattro anni e due mesi) e ha condannato Chironi a sei anni e tre mesi. I 19 milioni, parte di quei 69 che transitarono a San Marino tra il 2006 ed il 2011, verranno incamerati dal Titano. La magistratura sammarinese, durante l'indagine, li sequestrò e poi confiscò su 36 conti gestiti da Chironi alla Banca Commerciale. Secondo gli inquirenti i 36 titolari dei conti, su cui veniva versato il denaro, erano dell'entourage del presidente del Congo, Denis Sassou Nguesso. Nessuno di questi 36 ha presentato alcuna opposizione ai sequestri. "Una notizia importante - ha commentato il Segretario di Stato agli Esteri e alla Giustizia, Nicola Renzi - che corona il lavoro di rilevanti indagini svolte nel tempo dal Tribunale della Repubblica di San Marino e dimostra la capacità del sistema paese e dei suoi presidi di saper lottare contro il riciclaggio internazionale. Inoltre la somma confiscata entrerà, nei tempi e nelle modalità stabiliti dalla Legge, nelle disponibilità dello Stato". "Tra le più ingenti mai registrate a San Marino, questa confisca rappresenta un traguardo importante nel percorso intrapreso da San Marino verso la trasparenza in ambito finanziario e bancario degli ultimi anni", dicono dagli Esteri. Dal 2008, San Marino ha sottoscritto accordi in tal senso con numerosi Paesi e giurisdizioni, entrando nella white list dell'Ocse nel 2009 e uscendo ufficialmente dalla black list italiana nel 2014.




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