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CESENA: La famiglia di Cristina Golinucci chiede di riaprire il caso

CRONACA - La famiglia di Cristina Golinucci chiede ancora una volta di riaprire il caso sulla ragazza scomparsa a 21 anni, il primo settembre 1992 a Cesena, dal convento dei cappuccini di Ronta dove aveva un appuntamento con il suo padre spirituale. L'obiettivo è rintracciare Emanuel Boke, ragazzo nigeriano all'epoca ospite del convento, già sospettato in passato e che in seguito fu condannato per violenza sessuale ai danni di due ragazze cesenati. "Uscì dal carcere di Forlì l'8 giugno 1998, il 29 giugno dello stesso anno venne arrestato a Marsiglia uno che aveva le sue stesse impronte digitali e che nella foto segnaletica era identico al nostro. A Marsiglia, venti giorni dopo dalla sua uscita dal carcere di Forlì violentò brutalmente una donna italiana. Risultava senza fissa dimora. Quante altre donne a Cesena e in Francia hanno subito lo stesso destino? Tutto questo poteva essere evitato?", domanda l'avvocato Barbara Iannuccelli, che difende la madre di Cristina, Marisa Degli Angeli. "Chiederemo di riaprire il caso perché abbiamo anche il Dna del ragazzo di colore, perché i Ris lo hanno estratto dal cappellino che risultava nei reperti del suo arresto per la violenza delle due ragazze di Cesena, reperti la cui analisi abbiamo chiesto noi e che ha portato all'estrazione del suo Dna. Perché nessuno lo aveva fatto prima?". L'obiettivo è poter inserire il Dna nella banca dati francese, "per vedere se oggi ha un'altra identità o è emerso in altri fatti delittuosi". Una volta rintracciato si potrebbe provare a interrogarlo sul caso di Cristina. "Nella sentenza di primo grado con cui Boke fu condannato per la violenza sessuale sulle due ragazze di Cesena, una delle ragazze dice che Boke riferiva di comportarsi così perché una ragazza bianca lo aveva lasciato. Quella ragazza bianca era Cristina?", domanda Iannuccelli

EMILIA-ROMAGNA: 547 candidati, 19 anni la più giovane, ecco i numeri delle regionali

Sono quattro, una donna e tre uomini, i candidati alla presidenza della Giunta della Regione (tre in meno della precedente tornata) sostenuti da 11 liste (6 in meno rispetto al 2020). E 547 i candidati (in calo rispetto al 2020 quando furono 739) in corsa per uno dei 50 posti nell’Assemblea legislativa (di questi, due seggi sono riservati al presidente eletto e al candidato presidente secondo classificato). Sono uomini il 51% dei candidati consigliere (281), mentre le donne candidate sono 266. Tra tutti i candidati l’età media è di 50,6 anni (in crescita rispetto a cinque anni fa, quand’era di 46,9 anni). È questa una fotografia dei candidati in lizza per le elezioni regionali del 17 e 18 novembre 2024 quando si eleggeranno il o la presidente e i membri dell’Assemblea della Regione. Tutti i numeri della corsa per eleggere il o la presidente della Regione e i componenti dell’Assemblea legislativa sono disponibili sul sito della Regione, realizzato in collaborazione tra Giunta e Assemblea legislativa, dedicato alle prossime elezioni. Nei 330 comuni dell’Emilia-Romagna i seggi resteranno aperti domenica 17 dalle ore 7 alle 23 e lunedì 18 dalle ore 7 alle 15: immediatamente dopo la chiusura delle operazioni di voto inizierà lo scrutinio che si potrà seguire in diretta sul sito della Regione. Gli elettori Sono chiamati alle urne quasi 3,6 milioni di elettori emiliano-romagnoli: più esattamente, secondo la rilevazione del Ministero dell’Interno a 45 giorni dal voto, gli elettori sono complessivamente 3.580.529, 1.831.650 donne e 1.748.879 uomini. Le sezioni elettorali in regione sono 4.529, di cui 40 quelle ospedaliere. Candidati alla presidenza Nell’ordine di come compariranno sulla scheda elettorale (di colore verde) e sui manifesti, i candidati alla carica di presidente della Giunta Regionale sono: Michele de Pascale, nato a Cesena (Fc) il 20 gennaio 1985; Elena Ugolini nata a Rimini il 9 giugno del 1959; Luca Teodori nato a Baden (Svizzera) il 10 novembre 1968; Federico Serra nato a Trento il 18 maggio del 1991. I simboli Sono stati presentati 11 simboli di lista ma non tutti sono presenti nelle 9 circoscrizioni. Comunque, in ogni caso è possibile votare il candidato presidente, che sarà sempre presente sulla scheda elettorale, anche se la lista a sostegno non è stata presentata. Cinque le liste a sostegno di de Pascale, quattro a sostegno di Ugolini e una per Serra e Teodori (non è presente la lista a sostegno nelle circoscrizioni di Piacenza e Ravenna). I candidati consigliere Complessivamente sono 547 i candidati, corrispondenti a 531 persone per effetto delle pluricandidature: 15 candidati si sono presentati in più circoscrizioni (14 in due circoscrizioni, 1 in tre). Dei 547 candidati, il 48,6% è composto da donne, 51,4% da uomini. L’età media è di 50,6 anni (49,7 anni per le donne e 51,4 per gli uomini). La fascia d’età, con 237 candidati, maggiormente rappresentata è quella che va dai 45 ai 59 anni (125 donne e 112 uomini). Il candidato più giovane è una diciannovenne e quello più anziano ha 77 anni. Oltre sei candidati su dieci (347, il 63%, 181 maschi e 166 femmine) sono nati nella stessa circoscrizione in cui si presentano; il 13% in un’altra circoscrizione (provincia) dell’Emilia-Romagna. Il 21% proviene da un’altra regione d’Italia (114, di cui 59 maschi e 55 femmine), mentre solo il 3% di essi è nato all’estero.

BOLOGNA: Lotta alla droga, Sbordone, “Tanto spaccio, situazione critica” | VIDEO

Il Questore di Bologna Antonio Sbordone ha fatto il punto sulla situazione legata alla sicurezza in città, soffermandosi su alcuni temi come la lotta allo spaccio e il presidio di alcune zone da parte delle forze dell’ordine, per garantire maggiore sicurezza ai cittadini. A margine di un incontro per la firma di una convenzione tra la Questura di Bologna e i comuni di San Lazzaro di Savena, Castenaso, Pianoro e Granarolo dell’Emilia per l’accesso diretto della Polizia ai dati e alle immagini di videosorveglianza e lettura targhe, per accelerare le attività investigative sul territorio, il Questore Antonio Sbordone ha fatto il punto sulla sicurezza in città: al centro la lotta allo spaccio, il contrasto alle truffe agli anziani (reato in aumento) e il presidio delle zone da parte delle forze dell’ordine, seguendo il modello già applicato in piazza XX Settembre vicino la stazione, per garantire più sicurezza ai cittadini.

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