Commozione, solidarietà, applausi e sorrisi ma anche il timore di essere dimenticati. Nella giornata della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella Romagna ferita dall’alluvione di metà maggio, sono stati tanti e diversi i sentimenti e le emozioni che si sono vissuti nelle piazze e città dove il presidente si è fermato. Una giornata cadenzata da tempi e protocolli e che hanno visto una prima tappa in elicottero sull’Appennino forlivese, a Modigliana, dove il presidente ha potuto osservare dall’alto, insieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini, la disastrosa situazione delle frane che hanno inghiottito strade e porzioni di territorio. In mattinata Mattarella, tra applausi e cori di cittadini e di scolaresche festose, ha incontrato i volontari e le forze dell’ordine che in questa emergenza stanno garantendo impegno e aiuti alla cittadinanza. Dal cuore di Forlì l’auto presidenziale è partita alla volta dell'hub della Protezione Civile alle scuole Don Milani di Cesena. L'incontro in Prefettura a Ravenna è stato seguito dall’incontro nella sala consigliare del Comune e poi il presidente si è spostato a Lugo dove ha potuto vedere da vicino anche la cultura ferita dall’alluvione, nello storico teatro Rossini pesantemente danneggiato dall’acqua impetuosa entrata in città. La giornata si è chiusa con un momento istituzionale nella sala del Consiglio comunale di Faenza, dove Mattarella ha incontrato i primi cittadini dei Comuni colpiti e i presidenti delle Province. Il presidente, prima di salire in Municipio ha incontrato volontari, angeli del fango o burdel de paciugh che dir si voglia e ha regalato a tutti un sorriso e una stretta di mano. A conclusione della visita ha garantito ai sindaci che la Romagna non sarà dimenticata, soprattutto quando i riflettori si spegneranno dopo i primi giorni di emergenza e si è complimentato con la resistenza alle estreme difficoltà che ha trovato durante la visita nelle piazze e nei luoghi istituzionali. La giornata è stata seguita in diretta dalle nostre telecamere che, come in ogni momento difficile dell’alluvione, hanno raccontato il dramma ma anche la speranza perché la certezza, emersa durante l’alluvione costata la vita a 15 persone, con danni inenarrabili e non quantificabili, con la paura, il dolore, l’impotenza e la disperazione, è che la Romagna non molla.Mai.